Il progetto

Punto di partenza dell’iniziativa è stata la volontà della Città metropolitana di Bologna, in accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale – Ufficio V e con la Camera di Commercio di Bologna, di contribuire allo sviluppo della cultura tecnica all’interno del curriculum della scuola secondaria di I grado, nel quadro del sistema di azioni che, dal 2014, il Piano strategico metropolitano realizza per sostenere la crescita economica, sociale e culturale della comunità metropolitana.

Non si tratta banalmente di orientare gli alunni verso studi tecnici in modo più o meno esplicito o conclamato, bensì di integrare le competenze di base dei giovani con conoscenze e competenze meritevoli di valorizzazione e di promozione, in termini assoluti e in termini di rispondenza alla vocazione e alle potenzialità di eccellenza del territorio specifico.
Tra i principali obiettivi: lo stimolo allo sviluppo della cultura tecnica come integrazione delle competenze di cittadinanza per tutti, il potenziamento della capacità di applicare conoscenze teoriche, il recupero della creatività connessa alla manualità, il contrasto alla tendenza al distacco dal “reale”, provocato anche dalla digitalizzazione crescente.

L’auspicio è che tale integrazione porti a contrastare la presunta “inferiorità” della cultura tecnica rispetto a quelle umanistica e scientifica e, dall’altro lato, potrà valorizzare o fare emergere negli studenti e nelle studentesse propensioni, passioni, interessi che potranno supportarli in fase orientativa anche verso scelte formative o professionali di tipo tecnico.
Fondamentale è stato ritenuto il contributo all’integrazione delle discipline, al supporto della didattica laboratoriale, alla promozione di competenze più ampie e trasversali, quale condizione essenziale per la piena realizzazione personale e per la partecipazione attiva alla vita sociale, in coerenza con le Indicazioni Nazionali per il primo ciclo.

Il programma di azione, stabilmente presente all’interno del Piano di intervento metropolitano, resta concepito per una agevole e possibile integrazione con azioni e progettazioni eventualmente sostenute nell’ambito di programmi di finanziamento nazionali o europei, che potranno mutualmente supportarsi.

A Febbraio 2019 il Gruppo di Lavoro, individuato tramite il confronto con gli Ambiti Territoriali MIUR dell’area metropolitana di Bologna (BO1, BO2, BO3 e BO4) si insedia e individua, in un processo condiviso e partecipato, una serie di specifiche parole chiave per orientare il proprio lavoro di progettazione autentica e originale.

Piano della didattica intrinseca

  • Alternanza come snodo centrale
  • Applicazione
  • Attività agrarie
  • Attività all’aperto
  • Attività di alternanza II grado nel I grado per la trasmissione del portato di realtà/produzione
  • Attività ricreative come nucleo di condensazione di attività tecniche
  • Competenze chiave UE
  • Competenze di cittadinanza
  • Competenze in lingua straniera
  • Contesti di realtà come punto di partenza dell’azione didattica
  • Cultura tecnica o cultura della tecnologia?
  • Formazione tra pari
  • Inclusività
  • Informatica «unplugged»
  • Integrazione
  • Manualità
  • Metodo scientifico
  • Pragmatismo, capacità, abilità
  • Programmazione informatica
  • Scuola come spazio della cultura in generale
  • Tecnico vs.Tecnologico
  • Tecnologia è cultura? Tecnica è cultura e aggregazione del sapere
  • Trasversalità

Piano dell’interazione con il territorio

  • Elementi per sensibilizzare la primaria
  • Genere – contrasto alle barriere
  • Logica
  • Tecnologia generale

Piano organizzativo e istituzionale

  • Attrattori di fonti di finanziamento
  • Coinvolgimento intero CdC
  • Continuità I-II grado, organicità
  • Estate – Scuole Estive
  • FabLab
  • Interazione con le attività dei distretti territoriali
  • Interazione con progetti e finanziamenti già in essere
  • Istituzionalizzare
  • Mappatura competenze interne alla scuola
  • Partecipazione a eventi (tipo, organizzazione, ambito di influenza…)
  • PON
  • Replicabilità del modello
  • Reti
  • Ruolo dei laboratori
  • Strutturare il coinvolgimento delle professionalità
  • Uso di piattaforme didattiche
  • Visite didattiche mirate

La proposta si sviluppa quindi in un documento fondativo, recante sezioni metodologiche e un’ampio repertorio operativo di UDA, ideate, progettate e create dal Gruppo di Lavoro e che, dal 2020, divengono oggetto di attuazione sperimentale nella rete, frattanto ampliatasi a 12 Scuole del I grado e 4 scuole del II grado su tutto il territorio metropolitano, collocate principalmente nelle periferie.
Le UDA sono identificate da schede progettuali uniformi, create sulla base di un modello e di un format originale, messo a punto dai gruppi sulla base dei principali modelli di riferimento reperibili in bibliografia e facendo tesoro delle esperienze didattiche sviluppate sul campo da tutti i docenti componenti.

Il tratto comune di tutte le UDA è quello di presuppore docenti e allievi che, nell’agire didattico, siano esploratori sperimentatori e progettisti.
Le azioni si focalizzano sulla promozione e sullo sviluppo di alcune aree di competenza, ritenute particolarmente significative per il rafforzarsi e il consolidarsi di una autentica cultura integrale, che sono individuate come “distillato” di tutto il percorso progettuale. Le aree, tra loro fortemente interconnesse e complementari, sono: ricerca, gioco, progettazione e imprenditività.

I gruppi di lavoro sviluppano un repertorio di oltre 30 UDA, attraverso un percorso di progettazione originale, valorizzando esperienze e contesti di riferimento ma traducendoli in percorsi e modelli applicabili per tutto il territorio (non solo locale).
I gruppi validano le versioni finali delle UDA da attuare attraverso un processo di peer reviewing a più stadi, validando progressivamente i prodotti sulla base dei requisiti comuni dati dagli obiettivi di progetto.

Caratteristica peculiare del progetto e sua grande sfida, l’integrazione curricolare mira a coinvolgere, senza dimenticare l’approccio in ottica di genere e multiculturale, come necessaria chiave interpretativa dell’attuale realtà sociale:
• più scuole secondarie di primo grado in rete tra loro
• la collaborazione verticale con le scuole secondarie di II grado (in particolare istituti tecnici e professionali), Centri di formazione, in prospettiva ITS e Università
• direttamente collaborazioni e reti con il sistema produttivo
• il ricorso alla reale cooeprazione di rete in logica territoriale, con enti locali, scuole, imprese, altri soggetti appartenenti a specifici distretti
• le famiglie degli studenti

Contenuti e modalità operative di riferimento, che consentono di sviluppare la cultura tecnica nel curriculum della secondaria di primo grado, sono stati individuati in:

Conoscenze

settori della tecnica: cosa sono, come si distinguono tra di loro e quali sono le possibili interconnessioni, come sono presenti nel nostro sistema produttivo, che impatto hanno sulla nostra vita (meccanica, meccatronica, energia, motoristica, elettronica, elettrotecnica, automazione, informatica, telecomunicazioni, chimica, biotecnologie, logistica, costruzioni, ambiente, agraria, ristorazione, artigianato tessile e artistico, grafica, design, amministrazione aziendale, finanza, marketing, turismo, servizi sociali)
storia dell’economia
storia della scienza e della tecnica
storia del lavoro
settori produttivi locali e trend di sviluppo locale, dinamiche occupazionali
smart specialisation strategy regionale Emilia-Romagna
grandi trend dell’economia mondiale
evoluzione delle professioni
organizzazione aziendale, funzioni, processi produttivi
contratti di lavoro, creazioni di impresa

Abilità

Manualità, effettuazione di interventi di piccola manutenzione
Ogni attività a caratterizzazione applicativa connessa ai settori tecnici sopra indicati

Competenze derivanti da un’efficace supporto all’integrazione dei:
• Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado
• Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado
con riferimento alle Indicazioni Nazionali vigenti, in special modo per le discipline di tecnologia, scienze, storia, promuovendone l’integrazione reciproca e con le ulteriori discipline, in senso trasversale.